Dopo l’incendio del 2008, nuova vita per una delle prestigiose residenze sabaude. Riaperto a novembre 2017 , Il Castello si erge in tutta la sua pacata monumentalità a guardia del Po, poco distante da Torino. Edificato intorno all’anno 1100 da Tommaso I di Savoia in epoca medievale con scopi difernsivi, il castello domina il passaggio sul Po in un punto dove la sua larghezza è relativamente modesta non avendo ancora ricevuto le acque del Sangone e della Dora Riparia, con la funzione di un massiccio fortilizio per controllare l'accesso da sud a Torino. Moncalieri costituisce infatti la porta di accesso a Torino sulla via di Asti, come Rivoli lo è dalla via diFrancia; daMoncalieri in avanti inoltre il Po si avvicina definitivamente alle colline per tenersi continuamente a oriente della città.
Nel corso della seconda metà del XV secolo sotto il dominio della duchessa Jolanda, moglie di Amedeo IX di Savoia, l'impianto primitivo fu ampliato per renderlo dimora ducale e trasformarlo in una "villa di delizie"; qui nel 1475 vi venne stipulato iltrattato di Moncalieri tra la duchessa Jolanda, Carlo duca di Borgogna e Galeazzo Sforza, duca di Milano. Emanuele Filiberto(1528-1580) usò il castello quale dimora saltuaria, mentre Carlo Emanuele I, suo successore, diede inizio ai lavori di ampliamento dell'antico maniero, che continuarono per volere di Vittorio Amedeo I e della "madama reale" Cristina di Francia, figlia di Enrico IV (1634-1675), portando il castello, nell'arco di un sessantennio, in cui vi lavorarono (spesso sovrapponendo le loro opere), Amedeo di Castellamonte, Andrea Costaguta, Carlo Morello e vari architetti, all'attuale configurazione. Delle quattro torri circolari originarie, due sono visibili in facciata, ma rivestite in mattoni nel XVIII secolo, mentre la terza torre è stata portata alla luce durante i recenti lavori di restauro ed è attualmente visibile nel percorso di visita dell'appartamento reale della principessa Maria Letizia, sito al piano terreno. In questo lungo periodo vennero apportate modifiche anche al parco superiore, la cui superficie fu ampliata; furono realizzati giardini e giochi di fontane, eseguiti dal Vignon.
ll castello fu la residenza preferita di Vittorio Amedeo II (1666-1732) che vi morì, dopo aver abdicato in favore del figlio Carlo Emanuele III, il quale vi tenne prigioniero il padre con la seconda moglie, la marchesa di Spigno, dopo il tentativo dello stesso di riprendere il trono.
Durante il regno di Carlo Emanuele III, il castello fu oggetto di numerosi interventi, sotto la supervisione di Benedetto Alfieri, iniziando così una fase costante di abbellimenti, fino al culmine, raggiunto nel 1775, grazie all'intervento dell'architetto messinese Francesco Martinez, durante il regno di Vittorio Amedeo III (1726 - 1796). A lui si affiancarono il Baijs, il Mosso ed il Revelli; i lavori prevedevano la costruzione della cappella vicino allo scalone principale, la modifica della facciata interna, la costruzione della "Carrozzere" nel piazzale ubicato davanti al castello - l'attuale "Giardino delle Rose" - lavori di riarredo degli appartamenti, lavori di riallestimento al parco e antiparco soprastante - aventi una superficie di 100.000 m². - a cura di Michele Bernard e Mario Ludovico Quarini.
Nel castello morirono Vittorio Amedeo III nel 1796 ed il figlio Vittorio Emanuele I nel 1824, dopo l'abdicazione in favore del fratelloCarlo Felice di Savoia nel 1821.
L'arrivo delle truppe francesi (Moncalieri è stato il primo castello ad essere occupato dai Francesi nell'avanzata in Piemontedel1798) portò gravi danni: infatti esso venne usato come caserma, ospedale militare e carcere, mentre una zona del parco venne utilizzata quale cimitero.
Tornato nelle mani dei Savoia con la "Restaurazione", Vittorio Emanuele I nel 1817 iniziò opere di restauro del complesso: le lunghe maniche laterali vennero arredate con grandi quadri raffiguranti le gesta dei regnanti. Fu rifatto lo scalone principale, edificando l'attuale a tre rampe ed affidando le sculture al professore Giacomo Spalla, il quale recuperò le parti della vecchia costruzione; contemporaneamente vennero modificati gli appartamenti limitrofi; venne inoltre costruita la "Cavallerizza" al fondo del cortile principale.
Dopo Carlo Felice di Savoia (1765-1831), fratello di Vittorio Emanuele I, che regnò per un decennio, essendosi estinto il ramo primogenito dei Savoia, nel 1831 la successione al trono passò al ramo Savoia-Carignano con Carlo Alberto di Savoia detto "il magnanimo" (1798-1849), che scelse il castello quale residenza reale, apportando ulteriori ammodernamenti, soprattutto interni ed il castello divenne sede dei giovani principi, che qui studiarono.
Durante gli anni del "Risorgimento", Vittorio Emanuele II, che lo preferiva a Palazzo Reale a Torino, oltre che continuare la tradizione e farne sede di studio per i suoi figli, fece arredare numerosi appartamenti secondo il suo gusto tra cui quello destinato a lui e alla regina Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena, che subì lavori di restauro e di abbellimento sotto la direzione diGiuseppe Devers, che diede l'impronta di gusto eclettico della seconda metà dell'Ottocento, cancellando quasi completamente i ricordi dei secoli passati.
Il 20 novembre 1849 fu firmato nel castello il famoso Proclama di Moncalieri con cui il re scioglieva la Camera dei deputati e faceva appello agli elettori affinché appoggiassero al ruolo di presidente del Consiglio Massimo d'Azeglio favorevole ad approvare il trattato di pace con l'Austria.
In questo periodo vennero realizzati nuovi lavori, documentati da "I testimoniali di Stato del Genio Civile", a firma dell'architetto Foglietti e dell'ingegnere Giuseppe Tonta. Fu demolita la scala del padiglione sud-est e quindi ricostruita aggiungendo un corpo in più, furono modificati i vari appartamenti assegnando una diversa distribuzione agli ambienti; fu realizzato un nuovo atrio nella parte est del castello; furono costruiti i fabbricati laterali est e ovest. Nel parco fu costruita la "Torre del Roccolo", fu ampliato il "Ninfeo" settecentesco attraverso la realizzazione di serre: si costruì, al centro del cortile, una grande cisterna per la raccolta delle acque e fu creato un laghetto.
Il castello, nella seconda metà del secolo, fu residenza di regine madri e principesse reali, come la principessa Maria Clotilde di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II, e sua figlia Maria Letizia Bonaparte, che vi morì il 25 ottobre 1926.
Dal 1921 il castello di Moncalieri fu sede del I Battaglione dell'Arma dei Carabinieri fino al 1943 quando divenne il comando dellaGuardia nazionale repubblicana di frontiera. Nel 1945 fu nuovamente destinato ai Carabinieri del I battaglione; gli appartamenti delle due regine e di Vittorio Emanuele II sono conservati in buone condizioni e restaurati da pochi anni nell'ambito di un progetto che ha ridato smalto a questa dimora. Dal 1948 al 1969, il castello ha ospitato il I Battaglione allievi sottufficiali carabinieri, poi trasferitosi presso la più recente sede di Velletri.
Nel 1969, il castello reale viene destinato all'Organizzazione mobile dislocandovi il I Battaglione carabinieri “Piemonte” che, nel periodo dal 19 dicembre 1969 al 31 marzo 1970, trasferisce le proprie unità dalla caserma “Pietro Micca” di Torino.
Il 5 aprile 2008 uno dei torrioni è stato danneggiato da un incendio, che ha interessato anche la sala del Proclama di Moncalieri.[1]L'appartamento del Re e della Regina, coinvolti nell'incendio, sono rimaste non visitabili per tutto il periodo dei lavori di recupero, terminati nel 2017.[2] Il restauro degli appartamenti reali è stato anticipato dalla riapertura al pubblico dell'appartamento della principessa Maria Letizia Bonaparte.
Dal 2014 vi ha sede il comando del 1º Reggimento carabinieri "Piemonte", attualmente in corso di dismissione.
Visiteremo l’appartamento della Principessa Maria Letizia,l’appartamento della Principessa Maria Clotilde, la Cappella Reale e l’appartamento di Vittorio Emanuele II.
E’ un edificio religioso in stile romanico-gotico tra i più importanti monumenti medioevali del Piemonte. Sorge nel verde di una splendida valle, un angolo del Monferrato tra i più suggestivi ed intatti, tra vigneti,prati e aree boschive. La Chiesa fatta erigere da Carlo Magno e’ dedicata alla Vergine Maria.
Il più antico documento noto risale al 1095; in esso vengono citati due ecclesiastici,Theodulus ed Egidius, che ricevono in dono da alcuni nobili una chiesa dedicata a Santa Maria, più altri beni connessi, con l'impegno di fondare una comunità religiosa. Di questo edificio preesistente all'attuale non rimane traccia.
La costruzione della chiesa così come oggi la vediamo prende avvio nella seconda metà del XII secolo, probabilmente grazie all'impegno di quello stesso Guidone (Vidone) ricordato sul pontile all'interno dell'edificio; all'inizio del XIII secolo la chiesa era ultimata, mentre il resto del complesso, chiostro e sala capitolare compresi, verrà completato nei secoli seguenti.
Stilisticamente, l'insieme si colloca tra il romanico e il gotico. La pietra arenaria e il mattonecaratterizzano lo stile architettonico dell'abbazia, fondato sulla bicromia a fasce alternate, comune ad altre scuole architettoniche italiane, in particolare quella ligure e toscana.
L' "abbazia" venne abitata da religiosi fino agli inizi del XIX secolo quando, durante la dominazione napoleonica, l'istituzione ecclesiastica venne soppressa.
E’ arrivata l’ora del pranzo!!!!!!!! Ma prima un aperitivo in un agriturismo con vista spettacolare sui vigneti circostanti e delle cantine.
Al termine del pranzo verranno dettagliate le proposte dei viaggi con particolari della gita del mese di Settembre: IL CILENTO
LA QUOTA COMPRENDE:
Viaggio a/r in pullman G.T.
Biglietto d’ingresso al Castello di Moncalieri
Servizio guida al Castello
Servizio guida all’Abbazia di Vezzolano
Aperitivo e visita delle Cantine (produttori di vino da 4 generazioni)
Pranzo in agriturismo nel Monferrato (cucina tipica monferrina)
Assicurazione medico bagaglio
Accompagnatore di agenzia
CURIOSITà : perché si chiama Vezzolano ?
Vi sono diverse ipotesi sull'origine del nome della località, tra le quali l'apparentamento con la gens Vetia o al centro di Vézelay in Francia, in cui già al tempo di Carlo Magno esisteva un'abbazia soggetta a Cluny. Probabilmente è più attendibile l'origine medievale o regionale del toponimo da Vezola o Vetiola nel significato di recipiente d'acqua dato che nelle vicinanze dell'edificio scorre un ruscello.
La leggenda fa risalire la fondazione della chiesa a Carlo Magno; secondo la versione più diffusa, l'imperatore nell'anno 773 stava cacciando nella selva di Vezzolano, quando improvvisamente gli sarebbero apparsi tre scheletri usciti da una tomba che gli provocarono un notevole spavento. Aiutato da un eremita e invitato a pregare Maria Vergine, egli volle edificare nel luogo dell'apparizione una chiesa abbaziale.
Sebbene una certa storiografia talvolta sostenga che la chiesa di Santa Maria fosse già esistente in epoca longobarda, e che poi venisse distrutta dai Saraceni, la documentazione in tal senso è lacunosa o inesistente.